Laura Cionci
ABRACADABRA
Quante volte l’ abbiamo sentita.
I nostri ricordi di bambini sono ancora pieni del fascino verso questa parola, “la” parola che più di ogni altra rappresenta quella sensazione precisa , quell’energia che ci pervade, L’attesa più bella.
Esiste infatti un momento di sospensione nelle nostre vite che è difficilmente identificabile con termini precisi: è più facile definire la sensazione che in quel momento viviamo, si tratta di quella forte emozione che proviamo nel momento d’attesa tra ciò che sappiamo sta per avvenire e ciò che probabilmente avverrà.
L’emozione si carica dei nostri desideri e noi proiettiamo le aspettative verso quanto succederà.
La letteratura fantastica ha creato l’ambito della magia come contesto in cui questo sentimento di sospensione, tanto raro nella vita reale, può aver luogo sempre.
Abracadabra è, appunto, la sintesi, è uno spazio surreale che sta tra noi ed il poi, che potrebbe essere il coniglio dal cilindro o la magia più ancestrale.
Abracadabra è una formula che veniva usata sin dall’antichità, e nel Medioevo, come incantesimo per guarire la febbre e le infiammazioni. Le origine di questo termine sono antichissime, deriva dall’antico ebraico Aberq ad abra “Che si svolge tutto come è detto”.
La prima testimonianza scritta si ha nel Liber medicinalis di Sereno Sammonico, medico presso l’imperatore romano Caracalla, il quale prescrisse che il paziente malato indossasse un amuleto contenente la parola scritta in forma di un triangolo capovolto.
Questa disposizione era concepita per captare al meglio possibile le energie del cielo e di farle scenderle fino agli umani.
Quando l’impero romano è diventato cristiano, i desideri di felicità e cambiamento diventarono possibili solo nella vita ultratterrena, sicchè il mondo della magia divenne il luogo in cui conversero tutti i riti pagani (non piu permessi ma presenti ancora in tutto l’impero) che davano sfogo ad una gioia e una felicità immediata. L’abracadabra , da allora a oggi, è diventata la voce dei desideri, di ciò che vorremmo che accadesse nel presente.
Nella mostra il visitatore si trova immerso in un ambiente nel quale l’artista ha elaborato un meccanismo che provoca un’aspettativa per qualcosa che avverrà, mettendo cosi in luce l’esigenza contemporanea di continuo possesso a causa dell’inappagamento, in quanto la società attuale è costruita per indurre le persone a un desiderio compulsivo di novità.
Il progetto viene presentato all’interno di un percorso e si divide in due spazi: la galleria Diana Saravia e l’Istituto di Cultura Italiano. In uno troveremo le opere che concretizzano la parola ABRACADABRA e che diventano e rappresentano l’antico talismano.
Nel secondo, l’idea del talismano si concretizza lasciando spazio al momento fatidico della magia. Il progetto è accompagnato dal video “InVita” presentato gia Buenos Aires nella mostra CARNEVALMA.
Laura Iasiello