Inaugurazione della mostra dell’artista Anna Claudi (1894-1976). In collaborazione con la regione Marche – 27/7 – ore 19
ANNA CLAUDI
«la regina dei pittori naifs» Stefano Cairola
Nata a Serrapetrona il 28 marzo del 1894, Anna trascorre felicemente la sua infanzia circondata dalle attenzioni di due suoi vecchi zii, un medico e un prete, che saranno per lei due ineguagliabili e amabili precettori. Il suo innato amore per la natura la porta a trascorrere in solitudine le giornate nel verde delle colline circostanti quasi a fissarne le immagini che fin da bambina comincia a disegnare nei suoi quaderni di scuola. Nel corso degli studi classici frequentati a Camerino, sposa, appena diciassettenne Adolfo Claudi, che sostiene ed incoraggia il suo amore per la pittura. Ancora giovane, Anna Claudi incontra Mario Adami, affreschista romano, ritornato da Parigi, dove ha frequentato alcuni degli esponenti principali dell’Impressionismo francese, tra i quali Pierre-Auguste Renoir. Grazie al rapporto con Adami, che nell’Italia centrale aveva affrescato saloni di palazzi gentilizi e chiese, Anna apprende la tecnica del ritratto e quella dell’affresco. Fedele al suo maestro, le prime produzione della Claudi saranno affreschi e decorazioni eseguite nelle case e nei palazzi da lei abitati (come in queste stanze di Palazzo Claudi).
Le prime mostre della Claudi rispecchiano la matrice internazionale che caratterizzerà sempre la sua dimensione artistica. Le sue opere, infatti, saranno esposte nel 1936 a Trento ed Ancona, nel 1937 a Parigi e nel 1939 a Macerata. A partire da questi iniziali riconoscimenti, Anna Pioli decise, nel 1939, grazie anche alla comprensione di suo marito Adolfo, di trasferirsi a Roma.
Il trasferimento a Roma si rivelerà decisivo per lo sviluppo ed il prestigio culturale ed economico di tutta la famiglia. Sempre nello stesso periodo, la Claudi acquisterà e gestirà, insieme ad importanti medici romani, per un decennio la casa di cura Villa Bianca Maria, clinica all’avanguardia per l’epoca, dato l’impiego di procedure ed attrezzature mediche molto avanzate. Tale operazione imprenditoriale sarà decisiva per la crescita e lo sviluppo professionale del figlio Vittorio, ultimo figlio dei Claudi. Oltre al valore medico, la Clinica, durante il periodo della Seconda guerra mondiale, diede sostegno all’attività partigiana dal Novembre del 1943 al Giugno del 1944. Nel diario di Vittorio sono menzionati, oltre a questo, molti altri fatti ed eventi che hanno reso la Clinica protagonista della lotta al Fascismo, in particolare per quanto riguarda il soccorso continuo prestato agli ebrei romani dall’allora monsignor Montini: «I primi [ebrei] ci erano stati raccomandati dal Vaticano a mezzo del nostro direttore sanitario Dr. Valletti, amico fraterno del marchese Salviucci, bibliotecario del Vaticano […] poi i contatti erano divenuti diretti tra un certo monsignore Montini e mia madre e per almeno tre volte mia madre fu da questi invitata ad andare a parlare in Vaticano di nascondere questa coppia o quella famiglia di ebrei».
Anna Claudi si spegnerà a Roma il 12 maggio 1976 raggiungendo, forse, quel mondo fantastico protagonista dei suoi “favolosi” quadri.