Salvatore Motta – actor Gerolamo Minasi – director
“Come artisti ci siamo incontrati mossi dalla necessità condivisa di far coincidere, nello stesso atto teatrale, la performance dell’attore con l’esperienza di ricerca di sé, della propria essenza. L’ attore può alimentare, attraverso l’arte dell’identificazione e dell’interpretazione, un ego smisurato oppure sperimentare umilmente che niente è alieno all’essere umano. Dar corpo a personaggi che nutrono le istanze più recondite della natura umana può consentire all’Io di contattare istanti di autenticità . Ogni atto è unico, la sua replicabilità è un illusione che può rassicurarci ma che finisce con celare ai nostri sensi l’inafferrabilità dell’esistenza, il suo continuo fluire. Questo salto percettivo può risvegliare l’attore uomo da un sonno che tiene in latenza le sue potenzialità umane. La vita in tutte le sue manifestazioni ci è donata e porta con sé limiti e dolore che possono liberarci o renderci schiavi . Nelle scelte e nella responsabilità nasce la coscienza ed il libero arbitrio, la disponibilità ad accogliere il dono. Abbiamo creato una struttura performativa che costituisse per l’attore che ogni volta la ripercorre davanti al pubblico, un sentiero di conoscenza, una ricerca di verità. Gli spettatori divengono testimoni di un atto di spoliazione, di una progressiva rinuncia ad effetti e charme teatrali. La poesia della divina commedia, del paradiso perduto di Milton, e di Gialal al -Din Rumi, la loro compassione per la condizione umana, ci hanno accompagnato in questo viaggio”.